Con una serie di decisioni del 14.04.2022 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si è dimostrata, nuovamente, sensibile alle doglianze sollevate dallo studio dell’avv. Michele Scolamiero facendo si che gran parte delle censure mosse alla condotta tenuta dallo Stato Italiano che, ad avvisto dello studio, si era reso colpevole di aver violato la Convenzione Europea per la Salvaguardia dei diritti dell’Uomo, in particolare l’art. 6§1 in tema di equo processo trovassero, ancora una volta, soddisfazione.
A garanzia di una positiva attuazione della CSE in Italia e a tutela della categoria dei Vigili del Fuoco, è giunto sulla scrivania del Consiglio d’Europa un reclamo, patrocinato da questo studio da parte del CO.NA.PO. e dei suoi associati indirizzato al Comitato Europeo dei Diritti Sociali di Strasburgo (CEDS) finalizzati ad ottenere l’equiparazione, la valorizzazione, l’armonizzazione e la regolamentazione del trattamento economico e previdenziale per ottenere l’eguaglianza con i Colleghi e con le altre Forze di Difesa Civile dello Stato.
Dal 25 maggio 2018 è in vigore il Regolamento UE 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati, c.d. GDPR, che abroga la direttiva 95/46/CE “Regolamento generale sulla protezione dei dati”.
La Corte di Cassazione a Sezioni Unite definisce i limiti degli enti pubblici e degli istituti di credito entro i quali gestire la immensa mole di dati personali che questi per ragioni istituzionali posseggono e si trasmettono.
All’esame della Suprema Corte di Cassazione il delicato rapporto tra Enti Pubblici e i dati sensibili dei cittadini. All’udienza plenaria del prossimo 26 settembre gli avvocati Michele Scolamiero ed Emilio Mignone sosterranno il diritto di cittadini che denunciavano di essere stati discriminati dalla mancata applicazione della normativa in materia di trattamento dei dati sensibili. Gli avvocati affermeranno, in pubblica udienza, innanzi alla Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite, le ragioni dei cittadini a veder riconosciuto il diritto alla cifratura di ogni dato riguardante il proprio stato di salute da parte di ogni ente pubblico.
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I diritti fondamentali, qual è il diritto alla salute dei cittadini, non sono negoziabili anche in presenza di contingenze o necessità economiche.
Questo è il principio imposto dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, che ha finalmente affrontato il dramma di centinaia di persone e delle loro famiglie ingiustamente vittime delle conseguenze dovute alle trasfusioni di sangue infetto somministrate negli anni 70-90.
La Corte Europea dei Diritti Dell’Uomo ha ritenuto congrua “l’EQUA RIPARAZIONE”
Questa è stata la decisione della Corte Edu, durato circa tre anni. E’ FINITO il processo intentato nei confronti dello Stato Italiano nel gennaio 2013 dall’avv. Michele Scolamiero, promotore di dieci ricorsi (per un totale di 230 assistiti), presentati dinanzi alla Corte Europea dei Diritti Dell’Uomo di Strasburgo, la cui sentenza ha posto la parola fine alle aspettative di migliaia di cittadini danneggiati da trasfusioni infette, nei confronti dei quali lo Stato Italiano aveva promosso un’iniziativa legislativa volta a transigere i contenziosi giudiziari dagli stessi introdotti, al fine di riconoscere loro un giusto risarcimento.